RABBIA E FRUSTRAZIONE

RABBIA E FRUSTRAZIONE, MA SONO SOLO TEMPORANEE...

Una cosa che sicuramente sarà capitata a tutti noi giocatori amatoriali, è stata quella di pensare seriamente al fatto di abbandonare tale sport per alcuni periodi di tempo o dire addirittura di smettere di praticare il tennis. Ecco queste sono parole che sicuramente sono dette a seguito di svariati fattori, idee malconfuse che ci ronzano per la testa, sopratutto quando siamo sotto nel punteggio oppure quando abbiamo perso un incontro.


Infatti ogni volta che perdiamo giocando male iniziamo a pensare a quanto appena trascorso, agli errori, a quanto non siamo in grado di affrontare certe situazioni, insomma ci scoraggiamo (per nulla poi).

La rabbia ha un effetto malevolo sulla prestazione, poiché non siamo in grado di gestirla a nostro favore. E' una condizione che offusca la mente, con effetti sul fisico che portano a sentire il braccio rigido mentre la racchetta diventa una mazza da baseball da agitare a vuoto. 
Non a caso i pro emettono dei versi vocali (o gridano) nell’atto del colpire la palla. 
Il "lamento" svolge diverse funzioni:







  1. Fa credere al giocatore di colpire più forte, attraverso l’urlo s’imprime più forza al colpo;
  2. Scarica la tensione emotiva accumulatasi in quel frangente. Più è alto il tono di voce e più si abbassa lo stress.
  3. Come per i conquistatori, fare la voce grossa indica predominio sul territorio.
  4. E’ un comportamento teso spaventare l’avversario. L’oggetto della propria aggressività è l’altro che va emotivamente dominato.
Ma emettere suoni al momento di colpire la palla non solo porta a quanto indicato sopra ma assume anche un logico gioco di tempistiche che potremmo sfruttare a nostro favore nel momento in cui andiamo a colpire la palla. Infatti tramite la respirazione e l'emissione di suoni (vi sarà capitato di sentire i pro in televisione, soprattutto le donne che in alcuni casi spaccano i timpani con i loro acuti), oltre a abbassare la tensione, ci da ritmo al colpo. Dovremmo pertanto incominciare a "darci una mano" emettendo anche noi quei suoni che riproducono i pro mentre colpiscono la palla, colpiremo con più tempismo e con più ritmo, riducendo i nostri sforzi mentali e gli errori.


Una volta provato a fare questo piccolo esercizio di prendere tempo sulla palla con degli urli o lamenti o soffi (ognuno poi avrà il suo), riprendiamo in mano la racchetta e via, pronti per un altro torneo, senza più pensare al fatto di abbandonare nulla.

Cosa importante che non dibbiamo dimenticare è il fatto di provare a trasformare la rabbia che abbiamo provato al termine del match perso in rabbia agonistica che ci verrà utile per la nostra successiva partita in torneo.

WE LOVE TENNIS!!!