Chi potrebbe essere il nostro psicologo in campo?
Andiamo adesso a parlare di un personaggio del mondo del tennis molto ma molto "forte" e non parlo di fisico ma di forza mentale: NOVAK DJOKOVIC!!!
L'attuale numero 1 del seeding, NOLE appunto, parla di un aspetto molto importante del gioco del tennis, la psicologia e la forza mentale.
"Il Tennis risulta essere un gioco in cui la parte mentale ha un peso enorme.
Tutti i giocatori possono lavorare parecchie ore al giorno per diventare fisicamente perfetti, "delle macchine", e progredire tecnicamente giorno dopo giorno. Ma nelle finali dei tornei, quando ti trovi sotto di un set e un break, o quando devi giocarti l'ultimo punto, il giocatore con più esperienza, più freddo e più forte mentalmente risulterà essere il vincitore del match."
"Fino a 20 anni ero molto regolare, non giocavo male, vincevo anche qualche competizione, e mi sono ritrovato per qualche anno ad occupare la 3° posizione del ranking mondiale, mentre guardavo scambiarsi tra loro le posizioni i due mostri sacri degli ultimi 10 anni: Roger Federer e Rafael Nadal. Fu allora che, portando maggiore attenzione al mio gioco e soprattutto al mio approccio mentale, ho potuto guadagnarmi la prima posizione della classifica.
Il progresso che mi ha portato ad oggi è stato un processo di
maturazione e conoscimento di me stesso sia fuori che dentro al campo".
Queste sono parole rilasciate dal numero 1 al mondo durante l'ultimo torneo di Miami e dalle quali si capisce come l'approccio mentale al gioco del tennis sia importantissimo soprattutto nel gioco che si è sviluppato negli ultimi anni.
Il 2011 è stato l’anno della svolta per Novak Djokovic, ormai soprannominato ”The Djoker”!!!
Riportandoci invece con i piedi per terra possiamo mettere i concetti espressi dal campionissimo nelle nostre partitelle di tutti i giorni, partitelle nelle quali ognuno di noi (o almeno la maggior parte) pensa a tutto fuorchè a giocare a tennis.
Infatti capita molte volte di dover fare colpi che nemmeno a pensarli li potremmo fare correttamente e di sbagliare i più semplici appoggi. Questo perchè molte volte entriamo in campo e iniziamo a colpire palline pensando a tutte le cose che dobbiamo fare:
- aprire bene la racchetta e portare il tappo perpendicolare alla rete.
- effettuare un buon piegamento sulle gambe per abbassare il baricentro.
- colpire la pallina bene avanti al corpo.
- effettuare la torsione del polso per poter dare il top-spin alla palla.
- .....
Tutte queste cose ci appaiono scritte in testa proprio mentre vediamo partire la palla dalla racchetta del nostro avversario, e immancabilmente, quando ci viene in mente anche solo una di queste cose (ma la lista sarebbe molto più lunga) sbagliamo completamente il colpo mandando la palla a rete oppure non colpendo nemmeno la palla.
Pertanto noi amatori possiamo pensare di iniziare per gradi, visto che non dobbiamo sicuramente fare la finale degli Australian OPEN e nemmeno degli Internazionali BNL d'Italia, cercando di giocare non pensando troppo a quanto stiamo facendo (proprio per non sbagliare come indicato prima). Pensiamo di lasciare andare il braccio, giocando come sappiamo, e sicuramente divertendoci tutto verrà più semplice e fluido proprio perchè il colpire la palla senza troppo frullare di cervello farà poi parte di noi e del nostro gioco.
WE LOVE TENNIS!!!